Ghali ha preso posizione sfruttando uno dei palchi più importanti d’Italia, quello dell’Ariston dove va in scena il Festival di Sanremo. Ha detto: “Stop al genocidio” e questo ha scatenato il panico degli amministratori delegati, giornalisti venduti, stampa nazionale e tv pubblica. Mara Venier è stata costretta a leggere un comunicato dell’amministratore delegato che subito si è voluto schierare contro la libera manifestazione di un artista perché l’ambasciatore ebraico Alon Bar si è risentito.
Le parole dell’ambasciatore sono state:
“Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani. Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto.”
Un tweet che è decontestualizzato e manipolatorio per tanti motivi:
1 Ghali non ha diffuso odio ma ha espresso un suo pensiero
2 Non è stato superficiale né irresponsabile
3 Non ha parlato di Israele o Palestina ma di “stop al genocidio” genericamente
4 Il Festival di Sanremo non è vero che avrebbe dovuto esprimere solidarietà perché Ghali non ha detto nulla di male
5 Questa è la differenza tra un artista e un imprenditore. L’artista va contro il potere, l’imprenditore è accondiscendente e lo sostiene.
Il fatto che un amministratore delegato abbia obbligato a leggere un comunicato ad una conduttrice fa capire come siamo una colonia di stampo americano-sionista. È un dato di fatto e tutti se ne stanno accorgendo. STOP AL GENOCIDIO!
इजराइल ने गाजा का बाजा बजा दिया#Gaza #PalestinianGenocide #Israel
— koshal kumar katariya (@KoshalRajNagar1) February 12, 2024
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