La realtà è divenuta molto più bizzarra della sua stessa parodia: è oramai una prigione di sofferenze ed infelicità. È lo scotto che oggi si deve pagare per aver rincorso il benessere più estremo senza evolvere l’intelletto ma pensando solo al business.
Comprare la casa accendendo un mutuo e non essere quasi mai a casa perché si deve lavorare duramente per ripagare il mutuo stesso. I figli non ti fanno dormire, il riposo oramai è un sogno lontano, tua moglie ti mette pressioni e chiede attenzioni. Il volto inizia piano piano a corrugarsi di sonno, preoccupazioni, paure, ansie, non scopi nemmeno più, spingi il passeggino come un completo automa privo di forze e coscienza; di fianco tua moglie parla come una mitraietta con quella voce acuta e stridente che è diventata un fastidioso rumore bianco permanente e ogni tanto ti comanda e ti sbatte come il tappetino della macchina quando decidi di pulirla approfonditamente.
Sei tramutato in una macchina che non ha più possibilità di riflettere, dedicare del tempo per te stesso, per il tuo benessere psicofisico.
Ad un certo punto si intravedono tre opzioni:
alcuni continuano mossi dall’apatia e dall’abitudine, alcuni sbottano e si separano, altri ammazzano la moglie (con una statistica molto alta di circa una al giorno).
Dopo 30 fottutissimi lunghi anni di questa routine finisci di pagare il mutuo, sei stanco e vecchio, con un’età biologica nettamente maggiore della tuà età anagrafica, vai in ospedale perché per inseguire gli interessi a tasso variabile e le spese in continuo aumento, nonché dei probabili alimenti, ti sei massacrato anche l’anima.
E muori…
Ti mettono dentro una cassa di legno di pochi metri quadri, senza aver assaporato la gioia della vita che ti è scivolata via veloce, sotto i tuoi stessi occhi. Tutti diranno che eri una brava persona, ma non parlerai più, finalmente riposerai come meriti.
Qualcuno o qualcosa ti ha fatto un favore, forse una riga di programma con la funzione random (dead), ha spento quella macchina perché tu non eri più un uomo ma un programma con una routine giornaliera asfissiante e morbosa alterata dal rumore bianco.
Questa è Matrix. Mi stai ascoltando o stai fissando la donna vestita di rosso?
Si può uscire dagli schemi? Si può fuggire dal divenire macchina? Si può riaccendere il pensiero? Qual’è il prezzo da pagare per sentirsi liberi? Lasciamo al lettore le risposte riflessive.
PS: non ammazzate vostra moglie.