Siamo in piena era dei network. Ovunque vi giriate, ovunque navighiate, vi sarà visibile o nascosto un network. Chi ha successo oggi? Gli stessi che avevano successo ieri, solo che sono cambiate le modalità. Trent’anni fa era difficile creare delle connessioni (vi era il classico rappresentante porta a porta per pubblicizzare un prodotto o un servizio). Oggi formare un network grazie anche ai social media è diventato molto più veloce. Questo ha generato delle difficoltà negli imprenditori di piccole e medie imprese a causa proprio dei grandi network di vendita in grado di fornire un prodotto/servizio ad un prezzo molto più vantaggioso.
Se si vuole sopravvivere nel mercato, bisogna studiare come evitare lo scontro con i grandi colossi e magari puntare su servizi non delocalizzabili come il turismo o prodotti di nicchia di alta qualità. In questa nuova rivoluzione industriale sono ottimizzazione, automazione, connessione (e spazi virtuali cloud storage),ricerca & sviluppo, le parole chiavi principali da tenere sotto controllo. Ottimizzazione dei tempi, della velocità, automatizzazione dei processi industriali, tecnologia spinta, riduzione della manodopera, digitalizzazione dei servizi e creazioni di rami d’impresa liquidi, sono alcuni dei task applicati alla grande impresa 4.0. È chiaro come la differenze tra il prodotto/servizio dell’artigiano e quello della multinazionale siano caratterizzati dalle diverse economie di scala e dalla diversa quantità degli investimenti.
La grande recessione finanziaria del 2008 è stata anche un punto di separazione e di preparazione industriale per l’inizio di una nuova epoca ancora più globalizzata e digitalizzata. I ricchi sono diventati sempre più ricchi, le diseguaglianze sono aumentate e le classi medie sono state spolpate. Il benestante è diventato più facoltoso perché ha sfruttato la recessione per investire e acquisire nuove fette di mercato, mentre l’imprenditore piccolo/medio è diventato più povero perché non ha potuto investire, ha subito delle perdite ed è quindi rimasto più indietro nel mercato. Molte imprese sono quindi uscite dal mercato stesso e le grandi aziende si sono appropriate delle fette rimanenti cercando l’espansione e confermando la loro posizione di supremazia. Chi è riuscito a superare la crisi ne è uscito rafforzato e forse è stata proprio una crisi finanziaria speculativa indotta al fine di far arricchire i ricchi e recuperare il denaro perso dalle banche sottraendolo ai meno facoltosi.
Tornando ai grandi network, di cosa stiamo parlando? Di tutte le aziende che creano una rete di contatti, rete di prodotti, rete di servizi con un fine specifico. Amazon, Ebay, Eprice, Uber, Trivago, BlaBlaCar, Cashback World, LinkedIn, Google, Facebook, Instagram, Snapchat, Twitter, Adwords, WordAds,ecc.. sono i più grandi esempi di come creare delle connessioni al fine di ottenere un grande profitto economico. Generare connessioni è diventato l’obiettivo principale delle grandi aziende e per farlo si avvalgono a loro volta di generatori di network all’interno di altri network ovvero di “influencer” che sfruttano la loro popolarità e capacità di influenzare le persone per ottenere dei compensi economici. Più sei in grado di influenzare e più sei pagato.
I sistemi di analisi come Google Analytics permetto di vedere l’effetto di un “influencer” e il ritorno dell’investimento analizzando una grande mole di parametri. Tutto è controllato e tutto è studiato. L’analisi di una grande quantità di dati fa parte di questa nuova industrializzazione altamente digitalizzata. Tutto è diventato molto più astratto e intangibile. Oggi il guadagno non si fa sull’acquisto dei beni immobili (come accadeva un tempo) ,perché sono diventati un costo più che un beneficio, ma sull’investimento in capitale umano intellettualmente avanzato. Lo specialista skillato è l’investimento dell’impresa 4.0.
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