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Il tramonto di Odorisio nasce da un fenomeno naturale che si ripete ogni anno nei primi giorni di agosto quando il sole al tramonto attraversa l’arco della Torre di Odorisio (fatta costruire dall’Abate Odorisio) situata a Santa Vittoria in Matenano. Tale arco ha preso il nome di Porta di S. Salvatore.
Si crea un suggestivo irraggiamento che si può ammirare lungo corso Matteotti. Una congiunzione astrale molto amata dagli gnostici.
Il nome Odorisio deriva dalla sintesi di due parole latine: ‘odor’ e ‘risus’, che rispettivamente significano “odore” e “riso”. Questo nome era usato principalmente durante il Medioevo soprattutto in alcune parti del sud Italia.
Proprio durante il Medioevo si sono formate le principali mura dei castelli e gli archi del sole. Tra questi nel fermano ricordiamo molti archi denominati spesso “La porta del sole” che rappresentano un punto di ingresso principale nei borghi sia per le persone che per i rai (raggi). Interessante anche l’arco di Moresco che da l’ingresso nella splendida piazza del borgo medievale. Insomma, nulla di proprio così speciale quello di Odorisio se non fosse per l’hype generato dalla stampa che lo ha reso celebre come se fosse qualcosa di magico.
La verità è che non vi è nulla di trascendentale e magico in un sole circoscritto da un arco: è visibile ovunque in qualunque arco medievale degli innumerevoli borghi marchigiani. Certo che se chiami il violinista social che piace a stampa e politica, e ci metti il contorno, allora il risultato mediatico è amplificato ma il concetto rimane lo stesso: nulla di magico, solo marketing e hype. Qualcuno doveva dirlo…
La stampa da sempre molto risalto ad i club privati del territorio: alle loro spese filantropiche, ai passaggi di martelletto, ai medaglioni appesi al collo, agli eventi gnostici. Perché? Perché i giornalisti ci sono dentro, così come avvocati, notai, direttori di testate. La società che conta, che dirige e sposta gli equilibri è nei club e nella massoneria.
Gli gnostici nella loro generalizzazione e missione/credo, vogliono essere gli esclusivi illuminati del ventunesimo secolo, i sostituti atei del Cristianesimo che ha le sue fondamenta nell’umiltà e povertà. Un illuminismo basato sulla casta ed un’ottima posizione sociale, nei gradini dominanti che si interconnettono al network di conoscenze per espanderle e rafforzare le posizioni. In tutto questo si aggiunge lo spiritualismo alla ricerca di sé stessi nell’esoterismo, nel paganesimo, nei riti, negli antichi dei e rito orientali.
La piramide, l’occhio ed il compasso rappresentano i simboli più gnostici della storia massonica e non hanno mai perso potere. Persino nelle lettere tra Benito Mussolini e il fratello Arnaldo si parla spesso del contrasto alla massoneria che per il fascismo rappresentava una minaccia. E mentre il fascismo si è dissoluto, la massoneria no, è rimasta viva nei meandri della società.
Lo gnosticismo è un movimento filosofico, religioso ed esoterico, a carattere iniziatico, molto articolato e complesso, presente nel mondo ellenistico greco-romano, che tra il II e il IV secolo d.C. raggiunse la massima diffusione. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (γνῶσις), cioè «conoscenza», che era l’obiettivo che esso si poneva. Il termine gnosticismo venne coniato da Henry More nel 1669, con esplicito riferimento al vocabolo greco «gnosi» utilizzato nell’antichità dai seguaci del movimento (fonte: Wikipedia).
Anche se parrebbe collocarsi principalmente in un contesto cristiano, in passato alcuni studiosi ritennero che lo gnosticismo precedesse il cristianesimo e includesse credenze religiose pre-cristiane e pratiche spirituali comuni alle origini del cristianesimo, al neoplatonismo, all’ebraismo del Secondo Tempio, alle religioni misteriche e allo zoroastrismo (specialmente per ciò che riguarda lo zurvanismo). La discussione sullo gnosticismo è cambiata radicalmente con la scoperta dei Codici di Nag Hammadi, che condussero gli studiosi a una revisione delle precedenti ipotesi (fonte: Wikipedia).
La Gnosi è definita da molti cattolici come la dottrina anticristica delle élite mondialiste che ha usurpato la Chiesa.
Lo sciamanesimo e l’uso delle droghe rappresentano ad esempio delle pratiche di scissione tra corpo e anima molto pericolose che possono provocare gravi danni e persino la morte. Il caso di Alex Marangon ne è un esempio di come il maligno stia tornando di moda, sotto nuove vesti, soprattutto tra i giovani che si sono oramai allontanati dalla fede cristiana cattolica (la vera ed unica arma contro il male) e si avvicinano a quelle delle culture induiste perché fa trend.
Forse andrebbe rivista tutta la struttura culturale di costruzione di un proprio pensiero critico così come la Chiesa debba farsi un esame di coscienza per capire gli errori che ha commesso e che stanno portando alla dissoluzione di una religione ultra millenaria.
La ricerca di sé stessi sfocia quindi spesso in letture di libri di magia, esoterici e manipolatori con conseguente indottrinamento volto spesso all’ingresso in sette e nella pratica di riti. Ogni libreria ha un angolo di libri dedicati proprio a queste tematiche, che all’apparenza sembrano affascinanti perché a loro detta vogliono illuminarti, ma in realtà sono uno specchietto per le allodole sia per una questione di marketing e vendita, sia per una questione di deviazione maligna sostenuta dalla cultura dominante materialista-globalista che su questi ideali ha fondato un impero capitalista.
È chiaro a tutti che le tematiche di Gesù siano totalmente in antitesi al mondo moderno che è totalmente opposto e: invece della condivisione propone la competizione, invece della pace propone le guerre e la produzione nonché vendita di armi, invece dell’amore propone odio, invece della sicurezza propone insicurezza e paura, invece dell’armonia propone disarmonie, invece dell’unità propone l’egemonia. Il mondo ha un cancro, è malato di materialismo ed ha perso la fede. Questo ha aperto nuove strade a pseudo-religioni, pseudo-filosofie e pseudo-scienza.
Non possiamo illuminarci dentro con la luce materiale del sole, ma solo con la luce immateriale della verità descritta nelle sacre scritture del libro più venduto al mondo nella storia: la Bibbia. Il vero onore è di far parte non di club privati esclusivi ma di comunità di fedeli inclusive ovvero la Chiesa come istituzione.
Il tramonto della fede sarà nefasto con l’uomo che non avrà più la capacità di ritrovare sé stesso e si perderà nelle tenebre più oscure dei riti iniziatici. Quello che è successo ad Alex Marangon, deceduto in maniera molto sospetta dopo un rito sciamanico con l’uso della potente ayurvèda.
Santa Vittoria in Matenano – La storia di come arrivarono le reliquie della Martire dalla Sabina come dono di Raffredo nel 930. Infatti, i monaci e operai provenienti dal fermano fecero un lungo viaggio per restaurare il Monastero di Farfa in Sabina.
Una storia incredibile fatta di miracoli e venerazione. Santa Vittoria arrivò nel Monte Matenano e la gioia fu talmente grande da modificarne il nome in Santa Vittoria in Matenano. Fu così che il Piceno si arricchì delle reliquie della preziosa Santa oggi conservate in un apposito sarcofago.
Le reliquie rappresentano un grandissimo valore non solo nel credo cristiano ma anche nella storia, essendo la tangibile testimonianza di un territorio.
Sarà restaurata la Torre di Odorisio così come parte della strada adiacente, vale a dire Corso Matteotti, per un importo di 1.150.000 euro.
Nel planning delle opere in cantiere ci sono anche due strade, quella delle contrade Monteradaldo e Bore (1.400.000 euro), e la riparazione del cimitero e della Chiesa dei Cappuccini situati nella stessa Monteradaldo (2.000.000 euro).
La torre venne fatta costruire dall’Abate Odorisio, elevata nel periodo in cui l’abate ricoprì la carica di Podestà. È situata nel centro del borgo medievale di Santa Vittoria in Matenano.
La casa accanto divenne poi il Palatium Communis, i cui segni si scorgono tutt’oggi nell’arco gotico della torre.
I merli visibili oggi, di tipo ghibellino, non rispecchiano la fattura del tempo. Santa Vittoria in Matenano fu sempre fedele alla chiesa pertanto l’originale costruzione prevedeva dei merli piatti e quindi guelfi.
La torre che veglia sul borgo porta con se un’altra affascinate storia, quella del passaggio del sole all’interno dell’apertura gotica. È un caso o no che il sole, durante la prima settimana d’estate passi proprio in mezzo alla porta? La particolare congiunzione astrale e la posizione della torre sembrano proprio essere studiate appositamente.
Alta 27 metri è costruita nella parte bassa in conci di arenaria mentre nella parte superiore interamente in mattoni. L’ingresso avviene attraverso il portale con arco a sesto acuto ornato di una semplice cornice in cotto, poco sopra vi era affisso uno stemma ormai illeggibile, si notano che le pietre nella parte basamentale dell’accesso, sono state rimosse per facilitare il traffico degli autoveicoli.
La facciata sulla piazza, la dove la pietra lascia il posto ai mattoni, mostra una feritoia e due aperture circolari poco più in alto, forse le bocche da fuoco delle bombardiere. Quasi sotto alla cima della torre è installato l’orologio che scandisce le ore attraverso le campane, installate su una struttura metallica che poggia sulla piattaforma superiore, circondata dal parapetto merlato che si alza sopra una fila di beccatelli.
Titolo: VITTORIA E ANATOLIA
Autori: Giuseppe Crocetti, Giovanni Settimi
Casa editrice: LA RAPIDA
Data di pubblicazione: 1973
Legatura: brossura
Pagine lette: dalla 165 alla 175