Corse del palio: aberrazione sociale da tradizione

Corse del palio: aberrazione sociale da tradizione

Ci concentriamo sul palio dei cavalli che viene rievocato in tutta Italia per aprire uno spunto di riflessione sullo sfruttamento degli animali per la rubrica Scostume & Società.

Il politically correct non si applica sugli animali?

– Non puoi chiamare uno “frosciu” o una “lesbicotta” perché anche se il termine è tradizionalmente storico è offensivo alla persona, è discriminatorio

– Non puoi chiamare una “cicciona” perché anche se il termine è tradizionalmente storico è offensivo alla persona, è body shaming

– Puoi continuare a frustare i cavalli e bombarli di sostanze dopanti durante il palio PERCHÈ È LA TRADIZIONE STORICA

Sfruttamento dei cavalli: un retaggio culturale del passato

In quel tempo non vi erano i mezzi di trasporto come quelli moderni e il cavallo era uno dei pochi a disposizione per spostarsi e per fare un po’ d’entertainment. Oggi abbiamo qualsiasi mezzo e fare la stessa cosa di secoli fa non ha senso se non rievocare una cosa sbagliata che contestualizzata in quel periodo aveva un suo senso condivisibile, oggi non ha alcun senso logico. Rievochiamo la storia senza sfruttare gli animali evitando di trattarli come esseri da intrattenimento per spettacoli a pagamento, frustati e sfruttati.

La tradizione non giustifica le barbarie afflitte agli animali per scopi di entertainment altrimenti avremmo ancora le lotte con i gladiatori che invece sono state abolite proprio grazie al progresso sociale. Noi questa la chiamiamo aberrazione sociale da tradizione di gente fissata che con la corsa del palio si rincoglionisce. L’atmosfera del palio è bella ok, va vissuta ok, ma se possiamo accettare la rottura di coglioni dei tamburrini che si allenano vicino casa da marzo fino agosto, non possiamo accettare lo sfruttamento animale perché non è morale rievocarlo. Nessuno può opporsi al nostro discorso perché l’esposizione è chiara e moralmente corretta nonché ampiamente giustificata.

Perché nessun sindaco ha le palle di opporsi ai Pali con i cavalli?

La risposta è semplice: perderebbe quasi tutti i consensi popolari e finirebbe linciato mediaticamente dalla folla. Nessuno ha le palle di opporsi perché finirebbe la sua carriera politica. Allora se il politically correct si cavalca essendo ampiamente accettato dalla società e rappresenta un modo per promuoversi, mettersi contro il palio dei cavalli significherebbe mettersi contro una società dove non è stata mai aperta una finestra di Overton per l’argomento in questione al fine di farlo accettare alla società. Questo è il motivo per cui ancora oggi si portano avanti barbarie con i cavalli facendole passare per una tradizione di cui non si può fare a meno. La società aberrata così come sta riuscendo a capire l’idiozia dei toreri in Spagna, l’idiozia dei circhi con animali, capirà un giorno anche l’idiozia dei pali con i cavalli.

Autore

  • Redazione Online

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