In tutto il fermano ma anche in tutta la Regione Marche stiamo vedendo un processo di trasformazione tecnologica e paesaggistica.
Vedrete e vedremo spuntare sempre più antenne a causa di un bando associato al PNRR che finanzia lo sviluppo 5G. L’obiettivo del governo italiano è quello di andare avanti a testa bassa secondo quanto stabilito anche dall’Europa e senza pensare alle conseguenze possibili di tali opere.
Tuttavia i Comuni che svolgono un ruolo fondamentale nel rapporto con i cittadini sono spesso in difficoltà: da una parte debbono tutelare la salute degli stessi mentre dall’altra debbono assecondare l’avanzamento tecnologico italiano ed europeo.
La cosa più sbagliata da fare in questi casi è agire in sordina senza comunicare trasparentemente e senza rendere partecipi i cittadini come è stato fatto ad esempio a Monte Urano (leggi qui).
Quelli del no incondizionato
Attenzione: non stiamo ragionando con una logica binaria del tipo si alle antenne o no alle antenne. Stiamo ragionando con una logica tecnica che non può accettare né il sì incondizionato ma neanche il no incondizionato: si alle antenne se e solo se rispettano determinati standard, determinate distanze dalle abitazioni, non impattano sul territorio, se vengono fatte simulazioni sul paese in cui verranno installate, se c’è un piano antenne (definito e rispettato) e se fuori da ogni ragionevole dubbio non comportano problematiche morfologiche e comportamentali sull’essere umano (come invece si è visto in alcune ricerche sugli animali).
Invece sembrerebbe (il condizionale non è d’obbligo in questo caso) che le grandi compagnie siano tutelate molto di più dei cittadini.
Il nostro è un ni perché dire no secco significherebbe rimanere tecnologicamente indietro in un’Europa che va avanti in questa direzione. Il no sarebbe bello in un mondo privo da tutte queste elucubrazioni digitali ma la verità è che oramai ci siamo dentro fino al collo in Matrix e di staccare il connettore non ce lo possiamo permettere.
Quelli del sì incondizionato
Quelli del sì incondizionato spesso utilizzano la motivazione di “non ci sono ricerche che dimostrano….”, partendo da questo fatto si auto accusano di stupidità. Se “non ci sono ricerche che dimostrano….” (apparte il fatto che in realtà ci sono ricerche che dimostrano da entrambi i lati della palizzata) non significa che va tutto bene. Significa che debbono esserne fatte altre per dare un valore complessivo esaustivo ed esauriente.
È come se tu conosci solo donne brutte e dici che i pezzi di figa non esistono perché non li hai ricercati fuori dalla tua cerchia. Per questo serve ampliare la ricerca, per aumentare la probabilità di trovare anche solo un pezzo di figa che non hai visto perché non lo ha ri-cercato.
Noi siamo per il dipende, per la trasparenza, per la completezza, per soglie e protocolli di misurazione scientifici
Sempre più comuni italiani vietano le antenne 5G e il governo sta preparando un piano di emergenza. Nel frattempo nelle città si formano comitati di cittadini che vogliono risposte. E se voglio risposte evidentemente è perché non sono state date loro. In tutto questo scenario è evidente che manca comunicazione, dati trasparenti, ricerche complete e persino i documenti ufficiali dell’Europa nel 2021 scrivevano che tali frequenze sono “possibilmente cancerogene“.
È chiaro che tutto dipenda da diversi fattori importanti: intensità di campo, bande di frequenze e tempo di esposizione. Servono quindi ulteriori ricerche per definire dei limiti scientifici (delle soglie di threshold e non a caso perché fa comodo) in merito a intensità e tempo di esposizione, dato che sulle frequenze oramai non si può agire in quanto fissate dalla tecnologia. Tali ricerche non sono semplici (anche in relazione alle modalità di irradiazione ottimizzate multibeam) e vanno fatte nelle situazioni più estreme, ovvero nel caso peggiore di massima emissione per un lungo tempo di esposizione.
Non solo, ma va anche definito un chiaro protocollo di misurazione (con finestre di mediazione opportune e scientificamente opportune e non di comodo per abbassare i valori medi) a cui attenersi al fine di rendere le acquisizioni standardizzate e ripetibili, con lo scopo di confronti comparati. Infatti, modificando il protocollo di misurazione il risultato cambia. Il metro di giudizio deve essere ovviamente oggettivo e replicabile.
In copertina le immagini riportate nei social dagli utenti con le antenne in zona cimitero di Fermo.
Tuttavia non possiamo ragionare, lo ripetiamo, in modo binario. Il ragionamento binario delle fazioni (come abbiamo visto per i vaccini) nasce e si sviluppa per una comunicazione errata che crea tumori, preoccupazioni e diffidenza. A qualcuno probabilmente fa comodo le fazioni binarie affinché si screditino a vicenda mentre tutto passa in silenzio.
Installare reti fisse di monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico
Prima ancora dell’installazione delle antenne 5G andrebbero finanziate strutture fisse di monitoraggio dei campi proprio come ha fatto il Comune di Fermo. I cui dati sono accessibili liberamente online e visionabili.
Il piano antenne di Fermo
Il vecchio piano antenne di Fermo (clicca qui) è stato sostituito con il nuovo piano antenne (clicca qui).
Campiglione di Fermo
L’ultima fresca di collocamento da pochi giorni (avvenuta attorno al 3/4 giugno) è l‘antenna o meglio le antenne 5G di Campiglione di Fermo nella zona industriale. È un tappezzamento di antenne continuo quello che sta avvenendo in questi giorni nel territorio fermano e poi immaginiamo che scendano verso sud continuando l’avanzata.
Ci fermiamo qui e cercheremo di aggiornare l’articolo quando ci saranno novità, nel frattempo potete segnalarci nuove installazioni via email con foto e posizione o in alternativa mandarle sulla nostra pagina Facebook.
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