La Chiesa di S. Isidoro è una delle chiese dislocate nel territorio di Monte Urano in Via Cagliari. La prima notizia relativa a questa chiesa risale al 1574: nella sacra visita del vescovo di Fermo è annoverata come la chiesa di Santa Maria della Neve, oggi meglio nota come chiesa di Sant’Isidoro. A causa del suo stato pericolante è stata imbrigliata e recintata, ma è in stato di abbandono.
La Chiesa di Sant’Isidoro: video blog
🎙️ Voce narrante di Michele Paoletti mentre esplora quello che rimane della Chiesa, tra perplessità ed un velo di tristezza.
Descrizione
Piccolo edificio, con caratteri di una chiesa rurale, presenta una pianta rettangolare con muratura in laterizio parzialmente intonacata con tetto a vista su capriata. Sulla dx posta sul fondo, è visibile la vela campanaria con monofora, mentre sulla sx, arretrato, il volume adibito in epoche passate, ad abitazione.
- LOCALIZZAZIONE: Monte Urano (FM) – Marche , ITALIA
- INDIRIZZO: Via Incancellata/Via Cagliari 15, Monte Urano (FM)
- PROPRIETÀ: Ente religioso cattolico
Madonna delle nevi
All’interno della chiesetta era collocato l’affresco della Madonna delle Nevi (seconda metà del 1400 attribuito a Pierpalma da Fermo), in seguito asportato per via delle condizioni pericolanti dell’infrastruttura e collocato presso la sala consiliare del Comune di Monte Urano.
Contrada Sant’Isidoro a Monte Urano
Contrada Sant’Isidoro è la strada parallela a Via Fonte Murata che congiunge Via Tenna con il quartiere San Lorenzo. Su tale strada si trova il vitigno e l’azienda Maria Pia Castelli che ha dedicato anche il nome ad un suo vino.
L’idea di questo articolo nasce per ridare linfa al territorio unendo arte, cultura e società. Spesso una Via o una Contrada prendono il nome da una Chiesa che a sua volta è legata ad un Santo. E la bellezza è scoprire come un prodotto artigianale possa prendere il nome proprio dal territorio in cui è cresciuto per essere esportato in tutto il mondo. Questo legame rende tutto molto affascinante perché valorizza la terra, luogo di nascita della vite da cui si trae il frutto.
Vino Sant’Isidoro – Maria Pia Castelli
È un rosato dai riflessi corallo, frutto del salasso dei migliori mosti di Sangiovese ed uve a bacca rossa ottenuti da uve raccolte in cassetta con rese bassissime per ettaro.
All’olfatto i profumi sono netti, nitidi, semplici e gradevoli nei rimandi alla frutta rossa sullo sfondo di una delicata vena floreale. Piacevolezza di beva e immediatezza d’espressione è anche il percorso gustativo.
Vino per palati soffici, da servire fresco alla temperatura di 8/10° e da abbinare preferibilmente con salumi nostrani, formaggi forti e pesce azzurro.
Il rosato “Sant’Isidoro” è un vino pimpante, la cui beva non risulta mai stancante, ma sempre avvincente. Si tratta di un blend di Sangiovese e Montepulciano, vitigni che la cantina Maria Pia Castelli cura secondo principi di agricoltura biologica, seguendo una filosofia dal taglio altamente artigianale, in cui la qualità deve sempre prevalere sulla quantità. Un’etichetta dai profumi variegati, che in bocca rivela una progressione sapida interessante, che contribuisce a rendere il sorso un gesto quasi automatico.
Questo “Sant’Isidoro” firmato Maria Pia Castelli prende vita grazie a un blend dove, accanto a un 50% di Sangiovese, troviamo un 50% di Montepulciano. Le viti di queste due varietà hanno una media di 20 anni d’età, e affondano le proprie radici su un terreno composto prevalentemente da argilla e componenti ferrose, situato a circa 200 metri sul livello del mare. Le uve, coltivate seguendo principi di agricoltura biologica, una volta raccolte fermentano alcoolicamente in acciaio, grazie alla presenza di lieviti indigeni, svolgendo anche la malolattica. Sempre in acciaio si svolge poi la maturazione, che si protrae per un anno, al termine del quale il vino è pronto per essere imbottigliato e commercializzato.
Il vino “Sant’Isidoro” si svela nel bicchiere con un colore rosa cerasuolo, molto invogliante alla vista. I profumi che avvolgono il naso raccontano sensazioni principalmente fruttate, a cui si aggiungono note di fiori, macchia mediterranea e tocchi più minerali. Al palato è di corpo medio, equilibrato, con un sorso caratterizzato da una vena sapida e da un gusto che si incentra sulla frutta. Un’etichetta con cui la cantina Maria Pia Castelli regala un vino destinato ai palati più soffici, desiderosi di cimentarsi con un rosato di piacevole freschezza, ideale da assaporare con pizze e focacce farcite.
La vite ed i tralci: tra terra e fede, tra storia e tradizioni
La Chiesa rappresenta il collante tra il passato fatto di storia e fede cristiana con il futuro fatto di usanze e prodotti artigianali.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
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