Una domenica diversa, un luogo nuovo da visitare, una nuova consapevolezza di cui prendere atto. Ci sono posti che sembrano essere stati dimenticati da Dio ma soprattutto dall’uomo, posti dove ti poni molte domande ma hai poche risposte, dove ci sono realtà completamente diverse dal mondo in cui viviamo, dove la parola quasi non esiste e la comunicazione è molto complessa. Persone colpite da gravi disabilità psicofisiche, non autonome, sordocieche, ipovedenti, con ritardi mentali.
Era una domenica diversa dalle altre, il giorno dopo San Valentino. Un giorno privo di significato tra la festa degli innamorati e carnevale, in cui ci siamo ritrovati insieme ad un gruppo di amici con l’intento di visitare la lega del filo d’oro di cui avevamo sentito sempre parlare ma che non avevamo mai avuto modo di visitare. Ritrovo al rifornimento e partenza a carovana! Dopo circa 45 minuti e un’ultima ripida salita, siamo arrivati.
Ad attenderci c’era una psicologa molto gentile e brava che ci ha accolti nella struttura e ci ha permesso di visitarla in ogni suo minimo particolare. La prima cosa che mi ha colpito è stata la non banalità. Ogni particolare che nel nostro mondo diamo per scontato lì scontato non è. Deve essere stabilito ogni punto di riferimento dato che molte persone sono sordocieche. Dai colori scelti in maniera opportuna per gli ipovedenti fino alla posizione del più banale oggetto posto in ogni stanza.
La piscina, la palestra, la stanza per la musica terapia(infatti molto spesso sono le vibrazioni a trasmettere serenità).Ogni posto aveva la sua storia e venivano spiegati i perchè, i come,i cosa accade. La comunicazione è qualcosa di talmente scontato che neanche ci rifletti mai, invece in quel posto risulta essere la cosa più complicata al mondo per chi non è in grado di comunicare. Come ti sentiresti se chiudessi gli occhi e le orecchie e se non conoscessi un sistema di comunicazione perchè non ti è stato mai insegnato a causa delle tue disabilità???Come ti sentiresti??Al solo pensiero impazzirei!
E allora tutto deve essere in qualche modo insegnato intraprendendo strade alternative e molto laboriose che richiedono molto tempo, ricerca, dedizione. Per fortuna ci sono persone istruite per aiutare questi poveri bambini e adulti a compiere piano piano dei piccoli miglioramenti. Ogni giornata è pianificata insieme agli psicologi sul da farsi e gli obiettivi da raggiungere. La psicologa ha spiegato che nulla può essere lasciato al caso e non si procede mai a vanvera, perchè questo porterebbe di sicuro ad un insuccesso. Per entrare alla lega del filo d’oro devi avere una doppia disabilità e nella struttura di Osimo che abbiamo visitato ci sono circa 60 pazienti.
Ogni bambino è seguito da un operatore, mentre per gli adulti ogni operatore ne segue due, più tutti gli psicologi, infermieri, medici, volontari. Nell’ultima stanza ci è stato anche raccontato del rapporto dei genitori con i propri figli e di quanto sia importante lavorare anche con loro perchè è da loro che tutto deve partire. Abbiamo trascorso un paio d’ore ed è stato molto toccante conoscere questa realtà in cui non entri mai a contatto fino a quando nel bene o nel male ne vieni a conoscenza. Credo che ogni posto, ogni persona, ogni anima, ogni giorno diverso dagli altri, ci impari qualcosa e costruisca o meglio aiuti a forgiare il nostro comportamento, il nostro IO.
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