Il linificio in zona Conceria, inaugurato nel 1938, non ebbe una vita lunga divenne infatti nel corso della seconda guerra mondiale un campo di prigionia denominato PG70 Monturano e dal 1945 al 1950 campo profughi. Nel 1956 divenne la conceria Sacomar, tra i più importanti poli conciari italiani e chiuse i battenti nel 2003. Oggi si sta scrivendo il futuro con un’importante progetto di riqualificazione già a buon punto.

La frase “Un luogo di lavoro, di prigionia e di speranza” utilizzata durante gli Stati Generali del patrimonio industriale del 2022 verrà scritta su una parete del polo culturale che sorgerà nell’ex conceria. Molti dei capannoni sono già stati abbattuti e ha preso il posto la ricostruzione.

Nel polo culturale andranno elementi di memoria del luogo e di quello che ha rappresentato: voluto nel rispetto di quanto c’è stato in passato. L’edificio ospiterà anche il quadro raffigurante la Madonna croata, salvata dall’edificio demolito (capannone zero) e attualmente custodita e conservata nella cappella della Chiesa di San Giovanni Bosco. Poco distante dal polo culturale sorgeranno i 32 appartamenti di housing sociale destinati ad anziani autosufficienti e giovani coppie che vorranno risiedere nella zona di Molini Girola. Dietro sta sorgendo il nuovo teatro della contemporaneità che ospiterà eventi e spettacoli.

L’immagine di copertina è stata scattata sul finire del 2017 quando si trovava in stato di abbandono.
Ora molti di quei capannoni sono stati abbattuti e rimane questo scatto significativo.


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