Iniziamo dal titolo. Se qualcuno vi svela i segreti nascosti dietro la SEO di Google o è un impostore, il che riguarda la maggioranza dei casi o lavora proprio nel settore e nella multinazionale, e in questo caso sta commettendo un reato per divulgazione non permessa. Vi dico subito di non far parte di queste due categorie, mi piace essere chiaro, molto chiaro. La categoria a cui appartengo è quella di coloro che cercano di capire. Quanto affermerò in seguito deve essere considerato come ipotesi non come certezza ed in quanto tale va presa con le dovute precauzioni del caso.
Badate bene a chi vi vende certezze, è solo marketing. Quando si parla di SEO Google di preciso nessuno sa come funziona in quanto gli algoritmi sono fortemente complessi e molto variabili nel tempo , ma si può risalire al modo di pensare dell’algoritmo partendo dai risultati ottenuti nelle ricerche SERP. Un po’ come fanno gli ingegneri di reverse engineering (ingegneria inversa) quando debbono copiare un dispositivo prodotto da altri concorrenti avendo a disposizione solo l’oggetto senza conoscere il suo schema di funzionamento. Attenzione però non vi basta andare direttamente nel motore di ricerca e digitare quello che volete analizzare(una parola chiave, una query) poiché Google vi ha già “schedati” e “memorizzati” modificando quindi i risultati di ricerca in base alle vostre preferenze/esigenze e cronologie temporali memorizzate dal browser nella sua memoria interna(non a caso si chiama Search Engine Optimization, tutto ruota nell’ottimizzazione). Google vi ha studiato e ha ottimizzato i risultati più consoni alle vostre esigenze.
Per poter quindi fare un’analisi “incontaminata” dalle precedenti ricerche dobbiamo prima di tutto svuotare la cache nelle impostazioni del browser e successivamente sempre dalle impostazioni di Google Chrome avviamo nuova finestra di navigazione in incognito. Da qui in poi i nostri risultati nelle ricerche non terranno conto del passato e quindi non modificheranno il futuro. Siamo in completo anonimato come se fossimo un utente qualsiasi del web in cerca di qualcosa e naturalmente speriamo che quel qualcosa ci conduca al nostro sito. Ma come diavolo fa Google a posizionarci? Se non possiamo dare una risposta precisa e dettagliata a questa domanda possiamo immaginare quali siano i parametri principali da tenere in considerazione che rappresentano la traduzione in termini numerici del comportamento degli utenti nel vostro sito: tempo di permanenza , frequenza di rimbalzo, numero di pagine visualizzate, etc. etc . Ovvero uno dei primi compiti di Google è quello di fungere da vero e proprio trasduttore.
Un trasduttore in fisica non è altro che un componente in grado di trasformare/convertire un segnale di un certo tipo in un segnale di un altro tipo al fine di poter essere studiato. I sensori sono tutti dei trasduttori, basti pensare al sensore di temperatura che trasforma il livello di temperatura in un livello di tensione elettrica (un’ampiezza di tensione). Una cosa simile fa Google convertendo dei segnali comportamentali (il comportamento degli utenti sul sito visitato) in parametri numerici capaci di essere trattati, rielaborati, studiati. Dopo aver effettuato la trasduzione sarà compito dell’algoritmo di fare i calcoli ed analizzare un numero elevato di parametri che alla fine ci debbono dare come risultato una posizione nel motore di ricerca.
La velocità dei cambiamenti nel mondo di internet è veramente impressionante e quindi per stargli dietro l’algoritmo deve essere altrettanto “bravo” da analizzare i dati nel miglior modo ottimizzato possibile al fine di assicurare all’utente la migliore approssimazione possibile al livello di informazione richiesta. Un motore di ricerca di successo è quello che da all’utente ciò che l’utente cerca(nel migliore dei casi) o ciò che di più si avvicina a quello cercato dall’utente.
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