Gravel Blogger – L’articolo mette insieme sarcasmo, ironia, società, pensiero personale e cultura popolare. Non è adatto e fortemente sconsigliato a coloro che non sono capaci di comprendere l’ironia dell’enfatizzazione. Il succo del discorso non si discosta assolutamente dal mondo reale anzi al contrario non troverete ipocrisia ma sana e pura realtà.
Gravel blogger per un giorno a Porto Sant’Elpidio
Più di 20 km di costa macinata zaino in spalla, più di due litri di acqua persi sotto forma di sudore in cerca di turismo e tranquillità a Porto Sant’Elpidio. Siamo tradizionalisti della vecchia scuola, amanti dei cinepanettoni trash con Boldi, De Sica, Gerry Calà &co. In questo periodo di profonda crisi stanziale e di continuo spostamento di masse, anche la “faiga” sembra essersi ridotta tranne su Instagram dove è sempre pronta ad inserire la profonda citazione sul senso della vita postando una foto a pecora sullo scoglio.
Allora la domanda che sorge spontanea è ma tutta sta gnocca sui social do cavolo sta messa? È un’apparente illusione dopata dai filtri o va cercata meglio? E l’analisi di mercato per il turismo?
Le nostre terre si depopolano di grezzi/e nativi/e dalla “d” al posto della “t” che si spostano a studiare e/o lavorare verso le grandi città in cui sembrano esserci maggiori opportunità di sbocco (de sangue). La migrazione all’interno del confine nazionale è un problema che affligge i nostri borghi oramai terre di boomer e granny. Ma ci sono periodi estivi e festività natalizie dove c’è il contropiede, il ritorno a casa per ricongiungersi con le rispettive famiglie ed ingozzarsi di pollo, vincisgrassi e vino de “Consorziu” o della suocera con la carta gommata recitante “Bianco Socera” (per distinguerlo da “Bianco Peppe”, “Bianco Giovà”, ecc… ovvero i nomi dei fornitori agricoli più fidati).
Scovare la turista instagramer che si nasconde nei meandri della costa adriatica non è facile e bisogna preparare l’arma giusta per poterla stanare: la geolocalizzazione. Si perché mentre una volta le mucche avevano il campanaccio per segnalare acusticamente la loro posizione, oggi hanno il gps molto più discreto e funzionale.
Se ti trovi separato tra i due lungomari più rinomati di “faiga di qualitè” (per l’estetica, non per i contenuti): Civitanova e San Benedetto del Tronto dove vai a parare? Non è semplice. Abbiamo deciso di mettere alla prova le gambe e camminare, correre, osservare e scrivere un reportage su Porto Sant’Elpidio, un paese con tante contraddizioni politiche e sociali ma con un lato veramente romantico e sincero perché nudo e crudo: pura poesia per la filosofia gravel! Vuoi mettere l’Ex concimificio chimico FIM a due passi dal mare che ti osserva mentre cammini sulle rocce arancioni di metalli pesanti? Un passato che offre un monito al futuro: i progenitori hanno fatto delle grosse stronzate inquinando il mondo, non fatele anche voi!
Il travel blogger fa la trasferta a Miami circondato dal confort del lusso capitalista, va al 5 stelle di Dubai dove sono nati pittorici elementi cementizi di elevata altezza e bruttezza, privi di ogni concezione naturalistica a mangiare carne da uno che strofina il sale a caduta con i germi dell’avambraccio. Cioè noi c’avemo Patrizia a Montegranà che ve confia de magnà co 15€ e voi jete a Dubai da Salt Bae che ve ne fa spenne 800€? Non capiscete proprio un cazzu! Sete stupiti come le zappette de la vanghetta de lu motocoltivatore.
Li palazzi de Dubai è come la donna che esce con quello alto perché si sente più sicura e lo reputa più bello, poi je dai due tonanti su le palle e casca come na pera secca.
Invece, il gravel blogger fa l’esatto contrario, viaggia senza meta, senza confort, senza mezzi di trasporto moderni, senza false aspettative e si addentra nella natura selvaggia, nelle strade gravel (di ghiaia). La ghiaia è l’essenza dell’incontaminato, la ghiaia è maestra di vita. L’improvvisazione della scoperta regala sempre emozioni maggiori rispetto alla pianificazione: non sapere cosa trovare è più bello di saperlo in anticipo. Il gravel blogger fa un viaggio che è in primis reale e come tale non deve essere distratto dall’apparenza inebriante ma falsa del lusso, del famoso, del popolare. La filosofia gravel è pragmatica, nuda e cruda senza maschere, senza rossetto e fard, senza ciglia finte, senza extention.
Ho sempre esternato alla donna le mie difficoltà ad uscire con lei tutta truccata: se vuoi uscire con me non ti trucchi, io non voglio passare il tempo con una falsa rappresentazione di te stessa di cui potrei innamorarmi. E poi quando ti togli il trucco? In quel momento viene meno il mio amore per te perché la maschera cade ed io mi ero innamorato della falsa rappresentazione e non di ciò che sei veramente.
Il trucco andrebbe abolito, inganna, è fake!
Nel mondo nostrano si possono gustare appieno gli odori, i sapori, i profumi, la flora e fauna. È solo andando lentamente che si possono osservare luoghi remoti nascosti nella vegetazione, e posti sconosciuti ma carichi di energia positiva (quelli che fanno yoga la chiamano così, noi la chiamiamo “assenza de rotture de coglioni” che è più pragmatica come affermazione; il termine energia è inflazionato e spesso associato al fake di santoni). Tutto il necessario per fare ciò è la voglia di esplorare, passeggiare, approfondire scenari socioeconomici ancora poco chiari.
Dove si concentrano i turisti a Porto Sant’Elpidio?
Volevamo dare una risposta alla semplice domanda sul dove si concentrano i turisti a Porto Sant’Elpidio ma siamo finiti per addentrarci nel cuore della filosofia gravel.
Con What’s my age again nel player e cuffiette tattiche si parte in avanscoperta. Cosa ci aspettiamo di trovare?? Nulla di emozionante. Cosa speriamo di trovare?? Faiga proveniente da tutto il mondo pronta ad assaporare la cultura delle “Marche zozze” (identificazione storica della Regione Marche Centro-Sud, dove la cultura popolare è più forte non essendo stata influenzata dagli emiliani) e perché no l’arte culinaria con annessi doppi sensi.
La vecchia scuola insegna naturalmente nel puntare su camping e centri vacanze dove orde di turisti provenienti dalle stressanti città si riversano in cerca di relax, di buon cibo e perché no qualche emozione gravel. Il turista può essere classificato principalmente all’interno di due categorie estreme: quello precisino ben vestito del nord, e il “casciarone” con la famiglia di stazza del Centro-Sud. Assioma: la cadenza napoletana e romana non mancano mai. La nostra attenzione si voleva focalizzare principalmente sulle Mimose, Holiday e la Risacca.
La cosa che colpisce addentrandosi nella Playa de Cococciò è il lato selvaggio e rude, ancora salvo dalla cementificazione incontrollata degli anni 70’/80’/90′, ben visibile invece nella temuta città ghetto di Lido Tre Archi. Già sapevamo con profondo rammarico che non avremmo rivisto la Casa del Mare [link Casa del Mare].
Le sterpaglie la fanno da padrona ma addentrandosi verso la spiaggia grandi massi e una piccola rientranza rendono il luogo magico, dove gli occhi possono perdersi nell’infinità dell’orizzonte grazie all’assenza di scogliere. L’altro aspetto positivo è l’acqua che sembra più trasparente e pulita grazie al maggiore ricambio.
La panoramica vista spalle al mare sembra da savana, mancano i leoni ma alle leonesse piace prendere il sole a zinne di fuori in posti come questi, anche se devo dire che non ne ho viste, o forse non mi sono concentrato abbastanza su questo aspetto (male).
Ps: sfatiamo il mito dell’ipocrisia e della finta discrezione: per guardare quella a zinne di fuori non bisogna mettersi gli occhiali scuri/a specchio! Vanno osservate alla luce del sole con la stessa indiscrezione con cui si sono messe a prendere il sole a tette di fuori in pubblico; se per loro non è un problema, non vedo perché dovrebbe essere quello di ammirare gratuite esposizioni di nudismo che riportano alla luce il risveglio del femminino sacro. Citazione: la bellezza è negli occhi di chi la guarda.
L’estetica di lungomare nord viene messa da parte per lasciare spazio al selvaggio, al gravel, ad una visione non contorta dalla globalizzazione moderna, dai travel influencer markettari, dal doping mediatico dei network d’informazione. Luoghi di amena pace, di tranquillità, dove vi sono bambini che saltano addosso ma pescatori in dolce attesa che la cena abbocchi all’amo, il vento che ti scompiglia i capelli senza buttartici la sabbia, il gabbiano che non ha paura. Il nulla diventa il tutto, il silenzio diventa completezza dei rumori della natura che sussurrano pace.
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