Piralide del Bosso: la divoratrice di siepi è arrivata nel fermano

LE ORIGINI: La “Piralide del Bosso” (Cydalima perspectalis) è un lepidottero appartenente alla famiglia dei Piralidi di origine orientale che è molto diffuso in Giappone, Cina e Corea.
Le prime segnalazioni della sua presenza in Europa risalgono al 2006, mentre dal 2010 se n’è riscontrata la presenza nel territorio italiano, specificatamente nelle regioni del Nord.
Nel 2013 abbiamo avuto le prime segnalazioni nella provincia di Reggio Emilia in maniera occasionale e con una incidenza delle infestazioni limitata.

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LA TIPOLOGIA DI PIANTE ATTACCATE:Le specie particolarmente sensibili all’infestazione risultano Buxus sempervirens, Buxus sinica, Buxus microphylla e Buxus microphylla var. Insularis.

IL DANNO: La larva si nutre delle foglie, dei germogli e, occasionalmente dei giovani rametti. Erodendo le lamine fogliari porta a manifestazioni sintomatologiche molto evidenti con un rapido mutamento dell’aspetto della pianta che perde il caratteristico  colore verde intenso per manifestare disseccamenti più o meno diffusi e una colorazione ocracea tipica di foglie che hanno perduto la capacità fotosintetica.All’interno del fogliame compare una fitta rete di fili sericei prodotti dall’attività della larva all’interno dei quali rimangono intrappolati i residui dell’attività della larva stessa, le esuvie delle mute successive e gli escrementi dell’insetto.

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CICLO DI VITA: Secondo quanto riportato in bibliografia occorrono circa 30 – 40 giorni per compiere un ciclo completo (da uovo ad adulto). Inizialmente le uova appaiono di colore giallo chiaro, mentre in seguito tendono ad imbrunire lasciando intravedere al loro interno una macchia scura corrispondente alla capsula cefalica nera della larva in via di formazione. Nella prima fase la larva si nutre esclusivamente della parte inferiore delle foglie risparmiando l’epidermide superiore. A partire dalla terza età le larve si nutrono erodendo completamente la foglia che assume un tipico aspetto scheletrizzato a seguito della perdita totale del lembo e della conservazione delle nervature. Le larve in questa fase cominciano a tessere i fili sericei allo scopo di avvolgere mazzetti di foglioline e creare dei “nidi” all’interno dei quali si incrisalidano.La crisalide ha una lunghezza di 20 mm circa e si presenta di colore inizialmente verde chiaro e poi virante al bruno. Le  troviamo nascoste con cura all’interno della vegetazione, avvolte da un bozzolo sericeo biancastro. Siamo ad Aprile del 2016 e questi sono i danni che mi ha arrecato in giardino (23/04/2016 Monte Urano,provincia di Fermo, Marche):

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Aggiornamento: la Piralide ha attaccato anche il comune di Montegranaro:

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Di Tolentino:

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Di Camerano:

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I luoghi preferiti sono i cimiteri visto il proliferare di bossi e vista la pace di Santi con cui possono mangiare indisturbati nella quiete della fitta vegetazione.

Un altro problema riscontrato riguarda i metodi per eliminare l’infestazione che risultano essere nocivi per le api (fonte), infatti proprio nel periodo corrispondente al trattamento si è verificata una riduzione di produzione del miele del 50%. Insomma al danno si aggiunge danno e a pagare ne risulta essere l’intero ecosistema.

 

Autore

  • Redazione Online

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