L’associazione turistica Girovagando Grotta insieme all’Amministrazione comunale di Grottazzolina, la famiglia Bonifazi (proprietà dell’area) ed i vari sponsor hanno supportato l’iniziativa di pulizia ed rimessa in funzione dell’area naturalistica. Quando era presente la ferrovia Porto San Giorgio – Amandola il ponte era di 153 metri con 12 arcate di 10 metri ciascuna.
Un luogo rinato, ideale per passeggiate ed uscite sulle due ruote.
Il tracciato dell’ex ferrovia Porto San Giorgio-Amandola e i bombardamenti durante la guerra
La linea veniva spesso chiamata dalla popolazione “la Besenzanica”, in onore dello stimato progettista milanese, Ernesto Besenzanica che muore il 7 marzo 1940 a Milano. Il 10 giugno 1940, l’Italia entra in guerra, e alcuni dipendenti della ferrovia vengono chiamati alle armi, ma senza penalizzazioni sul servizio.
Nel periodo bellico le stazioni vengono mitragliate continuamente. Nel 1942 la popolazione residente lungo la costa, a causa dei frequenti bombardamenti, è costretta a spostarsi verso l’interno. Il materiale rotabile subisce danni, il locomotore n. 34 viene completamente distrutto, mentre gli elementi elettrici vengono murati nel deposito di Fermo per proteggerli dalle razzie.
Il 9 giugno 1944 i tedeschi minano la cabina UNES di Ponte Maglio e tutta la linea rimane senza elettricità. Nei giorni successivi vengono distrutti i ponti di Grottazzolina, di Servigliano e della Madonna del Ferro a Fermo. Il 16 giugno il direttore dell’esercizio Pasquale Barbati è costretto a sospendere il servizio e licenziare il personale della linea, pur mantenendo la possibilità di alloggio nei fabbricati ferroviari.
Gli alleati liberano Fermo il 20 giugno 1944, e lo stesso giorno inizia l’accertamento dei danni da parte del direttore, che dispone la riattivazione di una delle vecchie locomotive a vapore: la Mallet n. 2, la meno danneggiata. Un mese dopo la locomotiva è pronta e viene usata per garantire il servizio tra Porto S. Giorgio e Fermo. Il 15 settembre il ponte di Grottazzolina viene riparato, così da poter prolungare le corse fino a Falerone. Successivamente viene rimessa in funzione anche l’altra Mallet, la n. 25, ma, per lo scarso approvigionamento di carbone, il servizio cessa il 12 novembre. Intanto proseguono i lavori di ricostruzione, viene perfino attivata una sottostazione elettrica.
Il ponte di Grottazzolina
Il ponte di Grottazzolina, al km 25,102, era il manufatto di maggiore lunghezza dopo il ponte di Servigliano. Con un’estensione di ben 153 metri e 12 arcate di 10 metri ciascuna, scavalcava il fiume Tenna prima della stazione seguente di Magliano.
Il 19 giugno del 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne minato insieme a quello di Servigliano dalle truppe tedesche per proteggere la loro ritirata. In 3 mesi fu ricostruita la parte distrutta costituita da 3 archi e due piloni. Però per ripristinare la tratta compromessa dagli attacchi bellici fu necessario attendere fino al 3 marzo 1945.
Tour in bici verso Grottazzolina
Bike Tour breve alla scoperta del vecchio ponte sul Tenna di Grottazzolina:
Bike Tour lungo verso Grottazzolina:
Posizione esatta su Google del Parco ponte vecchia ferrovia Grottazzolina
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Cenni storici su Grottazzolina
Testimonianze archeologiche picene (una necropoli di almeno 27 tombe ricche di reperti), sono state ritrovate nella Val Tenna confermando l’antica tradizione abitativa di questa valle, a cui seguirono il dominio romano e le invasioni barbariche.
La fondazione dell’attuale Grottazzolina è ormai per molti riconducibile ai monaci farfensi.
Nel 1021 risulta documentata una concessione d’usufrutto ad Azzo, figlio di Azzone, della località indicata come Gructa Azzolini. Questo passaggio in mani laiche si conclude nel 1062 con il ritorno della proprietà alla chiesa fermana.
L’origine del nome sembra sia dovuta al toponimo Crypta Canonicorum, tramutato in Crypta Aczolini quando, nel 1213, il feudo fu donato da Innocenzo III ad Azzo VII d’Este, signore della Marca Anconetana.
Dal XV secolo Grottazzolina si trova sotto il dominio della città di Fermo, retta fin dal declinare del XII secolo da un governo libero e popolare sotto lo stato della Santa Sede.
Grottazzolina diventò libero comune per la prima volta nel 1537 quando Pier Luigi Farnese, per ordine di Paolo III, occupò la città di Fermo multandola e spogliandola di ogni diritto: dal 1600 però, come altri 47 Castelli, la sua giurisdizione tornò nelle mani dei fermani che la esercitarono con l’ausilio di podestà e vicari.
Dopo la battaglia di Castelfidardo entrò a far parte del Regno d’Italia e, dal dicembre 1860, quando Vittorio Emanuele II tolse la provincia di Fermo, Grottazzolina divenne comune autonomo.
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