In Italia si promuove in maniera squallida il gioco d’azzardo – Lo Stato dov’è?

Giocatori ludopatici incentivati da pubblicità aggressive sulle prime pagine nei quotidiani online e cartacei. Titoli a caratteri cubitali spacciati per notizie. Quale sarebbe la notizia di una vittoria in un gioco dove si vince pochissimo e si perde tantissimo?
La vera notizia è invece l’aumento sostanziale delle ludopatie ed il peso sociale che paga la società ovvero, paghiamo noi.

La dipendenza dal gioco

Nel complesso sistema delle dipendenze, che la casistica più tradizionale e il lessico
comune portano a ricondurre all’abuso, da parte di soggetti, per lo più vulnerabili, di
sostanze stupefacenti o di bevande alcoliche, quella connessa alla pratica dei giochi
d’azzardo
si è manifestata solo di recente, raggiungendo un livello di espansione e di
allarme sociale, ancor prima che sanitario, tale da indurre il Legislatore nazionale in
primis, e poi, quello regionale, ad approntare un’azione coordinata di interventi
normativi, di natura preventiva e a contenuto finanziario, diretti a contrastare gli effetti
espansivi di un fenomeno, quello appunto della ludopatia o disturbo da gioco
d’azzardo
(come locuzione preferita dal Legislatore introdotta dal DL n. 87 del 2018).
La tematica – analizzata in questa sede, soprattutto, nei profili finanziari e gestionali
di interesse della Sezione, investe questioni non marginali di legalità, di tenuta
ordinamentale e di bilanciamento di plurime posizioni soggettive, che vanno a
comporre un articolato scenario e di cui, sia pure in sintesi, si è ritenuto, per logica
coerenza, dare evidenza.

Si è potuto constatare che in relazione al graduale aumento, registrato nel
corso degli ultimi anni, del numero dei soggetti che si sono dedicati alle plurime
attività del gioco d’azzardo e al contestuale fenomeno emergente del gioco
clandestino, quindi illegale, il Legislatore nazionale ha ravvisato un potenziale e
specifico rischio sociale.

Il problema

Un grave problema riguarda la pubblicità indiretta che si continua a fare al gioco d’azzardo.
Si moltiplicano articoli di giornale e servizi giornalistici sulle vittorie al Superenalotto che esaltano e promuovono il gioco d’azzardo in maniera impropria, portando gli ascoltatori ad avere un impatto positivo sul gioco senza mensionare le statistiche a sfavore e la problematica del gioco d’azzardo patologico. Mentre la pubblicità viene vista da pochi il telegiornale viene visto da moltissimi e rappresenta quindi una veicolazione ancora peggiore della pubblicità stessa. Non si fanno più campagne contro il gioco d’azzardo e lo si promuove nei giornali e telegiornali creando un allarme sociale e di comunicazione.
Questo provoca sempre nuovi giocatori patologici dipendenti che costano allo Stato stesso centinaia di milioni di euro.

Il decreto n. 87 del 2018

Con il decreto-legge n. 87 del 2018 (convertito nella legge 9 agosto 2018, n. 96) è stato introdotto un divieto assoluto per la pubblicità di giochi e scommesse, ivi incluse le sponsorizzazioni e le forme di pubblicità indiretta. In particolare l’art. 9 riguarda il divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, indipendentemente dal mezzo utilizzato (radio, tv, stampa, internet etc: il testo parla di “canali informatici digitali e telematici, inclusi i social media”), comprese le manifestazioni sportive, culturali o artistiche.
Sono escluse dal divieto le lotterie nazionali a estrazione differita, le lotterie e tombole organizzate a livello locale per beneficenza e i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. La legge n. 136 del 2018 (di conversione del decreto-legge n. 119 del 2018 Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria) ha escluso dal divieto anche la cd. lotteria dei corrispettivi.

I DATI (Corte dei Conti)

Aumentano i giocatori d’azzardo nella popolazione adulta (15-64 anni) mentre
diminuiscono in quella studentesca (15-19 anni). Nel corso del 2017 hanno giocato
almeno una volta oltre 17 milioni di italiani (42,8%), contro i 10 milioni del 2014
(27,9%), e fra questi oltre un milione di studenti (36,9%), in calo rispetto agli 1,4 milioni
(47,1%) di otto anni prima. Aumentano tra gli adulti anche i giocatori problematici,
quadruplicati negli ultimi 10 anni, dai 100.000 (0,6% dei giocatori) stimati nel 2007, ai
230.000 (1,3% dei giocatori) del 2010, ai 260.000 (1,6% dei giocatori) del 2013, fino ai
400.000 stimati nel 2017 (2,4% dei giocatori). Di contro, i cosiddetti “problematici”
diminuiscono, tra gli studenti, dall’8,7% dei giocatori del 2009 ai 7,1% del 2017, in
particolare nelle Regioni del Centro e Nord Italia, mentre si rilevano incrementi in
Sicilia, Basilicata, Calabria, Molise e Abruzzo.

In generale gli uomini (51,1%) giocano più delle donne (34,4%). Tra gli studenti la
percentuale di maschi è quasi doppia rispetto alle coetanee (47,3% a fronte del 26,3%).
Il gioco più diffuso resta il “gratta e vinci”: la percentuale di giocatori che lo sceglie
sale dal 60,1 del 2010 al 74 per cento del 2017. Seguono il lotto e il super enalotto,
nonostante la netta diminuzione nello stesso periodo dal 72,7% al 50,5%. Al terzo posto
troviamo le scommesse sportive che aumentano dal 18,3% del 2010 al 28% del 2017.
Anche tra i giovani il gioco più diffuso è il “gratta e vinci” (64,7%), con una netta
predilezione femminile; vi gioca il 58,9% degli studenti maschi contro il 75,5% delle
studentesse. Al secondo posto si collocano le scommesse sportive, connotate da
percentuali in senso opposto: 66,9% dei ragazzi contro il 16,8% delle ragazze. Fra gli
studenti con profilo problematico il gioco più diffuso sono le scommesse sportive
(78,3%), a seguire gratta e vinci (70,4%) e altri giochi con le carte (48,7%), mentre tra gli
adulti con profilo problematico il gioco più diffuso sono le scommesse sportive
(72,8%), segue il “gratta e vinci” (67,5%) e il superenalotto (43,6%).

Il Superenalotto è gioco d’azzardo non equo e va contrastato non pubblicizzato

In probabilità, si definisce gioco equo il gioco nell’ambito del quale si paga al vincitore una somma Q pari all’importo giocato S diviso per la probabilità di vittoria p. Nel caso del Superenalotto la probabilità di fare 6, ovvero il miglior risultato possibile, è p=1/622.614.630 (Per calcolare le probabilità di vincita di SuperEnalotto si utilizza il calcolo combinatorio (n su k). Pertanto giocando 1€ se ne dovrebbero vincere 622.614.630€ se il gioco fosse equo, ma non lo è! Nel 2023 è stato centrato il 6 al Superenalotto con in palio 371 milioni da dividere in 90 quote.

Autore

  • Redazione Online

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