Food influencer – Internet può diventare veramente molto imbarazzante.
È da tempo che sui social compare la pubblicità sponsorizzata di un tizio con i guanti che affetta i tartufi volgarmente davanti alle persone e li lancia addosso, fuori dal piatto, sul tavolo, per terra, tra le tette delle donne con un ghigno che ricorda molto Mangiafuoco su Pinocchio. Il tutto ovviamente ripreso da uno smartphone per sponsorizzare quella pagliacciata volgare anacronistica. Ostentazione e finzione: le nuove regole del “reels marketing“.
Food influencer: tanto disagio e pochi contenuti
L’ennesimo personaggio finto, nel mondo dei food influencer, creato ad hoc per dispensare l’ostentazione di un entertainment vuoto di contenuti originali. Si parla sempre di messaggi positivi poi però si da visibilità a gente che spreca il cibo e per lo più costoso e raro, come i tartufi. Ma è possibile che nessuno gli dica: “Che cazzo fai coglione, vai a fare il pagliaccio fuori dal mio locale?” E poi lo spedisci un anno in Africa e vedrai che poi non sprecherà più nulla.
Ormai il mondo del food influencer è diventato una pagliacciata di gente priva di ogni forma di credibilità che vuole essere pagata per ingozzarsi come dei maiali e colmare la libidine. Il cibo è diventato un mezzo di esaltazione dello status sociale, forse è anche per questo che andare a mangiare una pizza oggi è un salasso.
Da food influencer a food: i costi sempre maggiori
Nel settore del food si spende sempre di più e si mangia sempre di meno. È anche per colpa di questi pagliacci che spesso fanno comunella tra loro nelle cosiddette collaborazioni, avvelenando un settore, dove la pizza col tartufo sprecato alla fine la paghi 15€ perché devi metterci in conto lo spreco, il prezzo del pagliaccio e il prezzo del pagliaccio che fa i video al pagliaccio. Poi si atteggia a personaggio con la solita frase fatta ripetuta ad ogni video come un vero idiota, solo perché lo ha letto o ha fatto un inutile corso online su come sparare cazzate sui social.
Questi so personaggi che starebbero sul cazzo anche ai bambini dell’asilo: eppure li chiamano. Ma non è l’unico, è solo la punta dell’iceberg di personaggi che vogliono sfruttare i social per diventare famosi ed estirpare più soldi. Ne stanno diventando troppi e con le loro pubblicità spammate hanno pure rotto enormemente i coglioni.
Le collaborazioni sono diventate un modo per mettere insieme dei contenuti assenti per sponsorizzare i contenitori e scambiarsi i follower. E poi spammano anche negli account aziendali delle stesse aziende che dovrebbero sponsorizzare e che invece vengono USATE per aumentare i loro seguaci. Furbi e con la faccia tosta.
E a noi ci rode profondamente il fatto che uno mangi a sbafo facendo vedere che si diverte. Ma ci rode per il semplice fatto che si sbafano senza portare un contenuto interessante ma bensì facendo solo pura e mera pubblicità, quella che skippi quando guardi la tv. Questo fa rodere: il fatto che venga premiata la quantità di seguaci del contenitore (neanche verificata tra l’altro) e non la qualità di un contenuto (tra cui i messaggi positivi).
Le due peggiori categorie di influencer
Ma le categorie più trash non le troviamo nel settore food influencer ma bensì nel settore estetico e sono: le make-up artist e le armocromiste. Due tra i mestieri più inutili della società umana. Due categorie che veramente non servono a niente se non a far girare un sacco di soldi per falsificare l’immagine nel primo caso e per trovare una scusa per prendere soldi nel secondo caso. “Tu stai bene col giallo, sei estate”. “Ma perché non te levi da li coglioni, tu il giallo e l’estate?” Secondo me dovrebbero scrivere un libro sull’utilità delle armocromiste: ovviamente sarebbe un libro di sole pagine bianche perché sono inutili.
Invece le make-up artist una volta si chiamavano truccatrici. Poi si sono accorte che cambiando la parola vendevano di più. Perché truccare significa modificare, ingannare e aveva accezione negativa. Quindi oggi si sentono artiste. Ma non ho capito quale sarebbe l’arte? L’ARTE DI INGANNARE LA GENTE? NON C’È NULLA DI ARTISTICO NEL FREGARE LE PERSONE. Anzi è proprio il contrario dell’arte. Quindi per favore togliete la parola artist che nel 98% dei casi è usata male.
L’estetica è la finzione per antonomasia esaltata oggigiorno digitalmente dai filtri. Un settore dove gira un sacco di soldi e influencer che vogliono portare il trucco anche nel mondo degli uomini molti dei quali sono diventati più donne delle donne stesse. Che trash!
Di chi è la colpa? Dei progettisti e programmatori
La colpa primaria però non è la loro ma delle piattaforme social progettate proprio per esaltare le trashate e l’imbecillità. Gli ingegneri informatici sono i veri colpevoli di tutto questo e i project manager che li sbacchettano.
Ora vi starete chiedendo ma chi sono i 10 food influencer più seguiti? Sti coglioni di informatici hanno fatto in modo che l’algoritmo di indicizzazione dia la priorità ai titoli clickbait ed in particolare quelli che contengono un numero proprio nel titolo principale identificato con H1 nel codice html: motivo per cui abbiamo inserito questo titolo acchiappa punteggio in ottica SEO.
La nascita di questi pagliacci food influencer & co è solo una conseguenza prevedibile e si fonda sul fatto che se dici una cosa intelligente la capiscono in pochi mentre se fai il coglione lo capiscono tutti. La differenza la fa il target, sempre. Lo aveva capito anche Charlie Chaplin che senza neanche dover parlare e quindi senza essere doppiato poteva avere come target tutto il mondo: e infatti ha avuto successo planetario. La stessa cosa che qualche anno fa fece su TikTok il ragazzo Khaby Lame ma con un contenuto 100 volte più idiota. Chaplin era un signore!
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