Ferrovia Porto San Giorgio-Amandola: il tracciato

Ferrovia Porto San Giorgio-Amandola: il tracciato

Ferrovia Porto San Giorgio-Amandola: il tracciato – Un ottimo lavoro di squadra ha permesso la ricostruzione del tratto ferroviario Porto San Giorgio-Amandola in forma digitalizzata e condivisa. Ci troviamo nella Regione Marche, zona sud vicino alla costa adriatica. Prima dello sviluppo del trasporto su gomma vi era una ferrovia che collegava il mare con i monti, ovvero la città marinara di Porto San Giorgio con quella montana di Amandola. Poi nel 1956 venne dismessa.

Ferrovia Porto San Giorgio-Amandola – La linea ferroviaria dismessa

La linea, della lunghezza di 56,92 km, era a scartamento ridotto da 950 mm, armata con rotaie da 21 kg/m su traversine di rovere, e, all’attivazione, con trazione a vapore; vi erano utilizzate delle locomotive Mallet di costruzione Borsig. A partire dal 1928 venne convertita a trazione elettrica a corrente continua alla tensione di 2.600 volt a cura del Tecnomasio Italiano Brown Boveri [1].

Il primo treno la percorse nel 1908 mentre l’ultima corsa venne fatta nel 1956 e prima di essere totalmente smantellata. Oggi rimangono solamente le stazioni tutelate dai Beni Culturali, molte delle quali sono state o si stanno ristrutturando.
Il sogno è quello di realizzare una metrotranvia di cui parleremo sotto.

L’ingegner Ernesto Besenzanica: il progettista

Ernesto Besenzanica
Ernesto Besenzanica

Ernesto Besenzanica (Milano, 1864 – Milano, 1940) è stato un imprenditore e ingegnere italiano, particolarmente noto per aver prima progettato e poi costruito, con società di cui era socio e dirigente, numerose ferrovie sia in Italia che in Europa.

Nel 1903 l’ingegnere Ernesto Besenzanica rielaborò il progetto della Ferrovia Porto San Giorgio-Amandola, adeguandolo alle innovazioni tecnologiche del tempo e iniziandone i lavori di costruzione nel 1905: la linea venne inaugurata il 14 dicembre 1908, mentre la diramazione per Fermo venne aperta nell’estate dell’anno successivo.

Nel 1905 fu incaricato del progetto della Ferrovia Sangritana che realizzò una volta ottenuta la concessione ministeriale come titolare della Società Anonima per le Ferrovie Adriatico Appennino (FAA) nel 1909; la linea entrò in esercizio nel 1915 nella sua interezza; il suo tracciato collegava, per un totale di 148 chilometri, Marina San Vito (frazione di San Vito Chietino) a Castel di Sangro.

A piazzale Flaminio ove è ubicata la stazione da dove partono ed arrivano quotidianamente migliaia di viaggiatori, è possibile scorgere, entrando, sull’atrio della stazione, una statua di travertino bianco, essa raffigura l’ingegnare Ernesto Besenzanica, il principale ideatore e realizzatore di questa ferrovia, colui che prevedendo lo sviluppo di Roma, progettò in galleria la prima parte del tracciato urbano. La statua ha per sfondo una lastra  con rappresentato l’intero tracciato della ferrovia con gli stemmi di Roma, Civita Castellana, Viterbo.

Metrotranvia Mare Monti: lo studio di fattibilità

Viene proposta da associazioni locali una greenway che connetta Porto San Giorgio ad Amandola recuperando ove possibile ed opportuno il tracciato dell’antica Ferrovia, con una via di trasporto su rotaia connessa alla viabilità ordinaria e ciclabile (in corso di progettazione) in modo da costituire la spina dorsale di un sistema provinciale di mobilità sostenibile.

I mezzi e le fermate dovranno infatti consentire l’uso intermodale, consentendo il trasporto di bici e coordinandosi con i servizi su strada, anche on demand, verso le diramazioni del percorso (periferie di P.S. Giorgio e Fermo, borghi collinari, siti di interesse culturale).

La Metrotranvia potrà servire molteplici bisogni ed utenti, modulando la sua configurazione su tratti con diverse caratteristiche socio-demografiche: P.S.Giorgio-Campiglione; Campiglione-Servigliano; Servigliano-Amandola. Sarà possibile realizzarne la costruzione per stralci.

Un’alta frequenza dei viaggi, specie nelle zone a più forte densità abitativa e di servizi, dovrà consentire di attrarre flussi di mobilità pendolare per l’accesso ai luoghi di lavoro, studio e ai servizi (si pensi in particolare al nuovo ospedale) con evidenti vantaggi in termini di riduzione dell’inquinamento chimico ed acustico e del rischio di incidenti sulla già congestionata Faleriense. L’infrastruttura si presenta come un forte attrattore di flussi turistici, sempre più orientati all’attraversamento sostenibile e consapevole del territorio. Può essere inoltre un fattore decisivo per il ripopolamento e rilancio delle aree interne, anche per la creazione di indotto turistico e commerciale lungo il percorso. Sull’asse in questione insistono infatti moltissimi siti di interesse culturale e naturalistico.

I benefici

I benefici e l’utenza attesa vanno valutati non limitandosi alla domanda attuale, ma includendo quella generata nel lungo termine, tenendo conto di obiettivi generali ragionevolmente attesi, quali l’aumento delle presenze turistiche e della popolazione delle zone interne, e il declino dell’auto privata conseguente a nuovi stili di vita e mobilità. L’evoluzione tecnologica in corso, il rapido avvento della trazione elettrica e quello prospettico dell’idrogeno consentono di ipotizzare notevoli risparmi rispetto alla modalità ferroviaria tradizionale.

Per agevolare e rendere più efficace lo studio di fattibilità sono a disposizione dati e studi provenienti da iniziative analoghe già realizzati (la ferrovia Trento-Malè e quella Merano-Malles, la Genova- Casella, la Foggia-Lucera, la Brescia-Edolo). La nostra iniziativa si inserisce inoltre in un quadro di rilancio delle ferrovie locali promosso dall’ Unione Europea, il PNRR, le Comunità locali e la Regione.

L’accelerazione del percorso verso la transizione ecologica, a livello nazionale ed europeo, non può trovare le Marche ed il Fermano impreparati. Investimenti importanti come questo hanno bisogno di tempi lunghi per la progettazione esecutiva e il reperimento di risorse, la cui disponibilità potrebbe venir meno in caso di inerzia. Occorre scongiurare il rischio di una rapida “saturazione nefasta” del territorio, cioè che nei prossimi si investa, per inerzia culturale ed abitudine, solo in nuove strade, aggravando il carico ambientale, degradando il territorio e diminuendone l’attrattività.

La ferrovia Porto San Giorgio-Amandola non si dimentica: diventa meta cicloturistica

Una ferrovia scomparsa da oltre mezzo secolo è diventata oggi una meta cicloturistica mare-monti da percorrere per riscoprire la bellezza della natura. Un progetto di rivalutazione del territorio budget free su idea promossa da appassionati, cittadini, privati, associazioni ed enti locali.

È stato possibile ricostruire un pezzo importante della storia per mezzo di piattaforme condivise come Google My Maps e Komoot. Un contributo prezioso è stato ricavato dal sito ferrovieabbandonate.it, dalla pagina dell’enciclopedia libera Wikipedia e dai singoli cittadini insieme alle associazioni locali.

Il tracciato della ferrovia Porto San Giorgio-Amandola

Riceviamo e ringraziamo la Community di Gravel Marche e gli autori che hanno contribuito alla sua realizzazione. Nella mappa sono raffigurate le stazioni, il percorso ed i punti di interesse.

Il tracciato realizzato è il più fedelmente possibile all’originale, ma essendo principalmente su strada, prossimamente ci dicono gli autori con cui spesso ci confrontiamo digitalmente per via delle tematiche affini, ne verrà realizzato un altro con strade secondarie per gli amanti dell’avventura e dell’off-road.
Se credi nel progetto e vuoi condividerlo i cicloturisti te ne saranno grati!

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